L’avanzata dello Stato Islamico verso i paesi del Golfo di Guinea
Africa, 7 Agosto 2022
I jihadisti, nella loro avanzata tentacolare, hanno preso già di mira tre paesi, che fino a pochi mesi fa erano relativamente tranquilli: il Togo, il Benin e la Costa d’Avorio.
di Angelo Ferrari – Agi
Lo Stato Islamico, che ha messo radici nel Sahel, si sta spingendo più a sud, nei paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea. Ormai i jihadisti, nella loro avanzata tentacolare, hanno preso già di mira tre paesi, che fino a pochi mesi erano relativamente tranquilli: il Togo, il Benin e la Costa d’Avorio. Si moltiplicano, infatti, gli attacchi e le stragi dei civili ai confini nord di questi paesi.
La tensione sta crescendo e le popolazioni che risiedono nelle province nord del Togo preferiscono lasciare le loro case per dirigersi in zone, per ora, apparentemente più tranquille. E ciò accade nonostante la visita del presidente e il dispiegamento di un contingente militare e di sicurezza per fronteggiare l’avanzata jihadista.
Le popolazioni, nonostante tutto, non si sentono rassicurate. È della settimana scora l’ennesimo attacco a vari villaggi che ha provocato decine di morti e feriti, una carneficina secondo alcune fonti.
È il quarto attacco di gruppi jihadisti che provengono dal Burkina Faso, paese ormai fuori controllo proprio a causa del terrorismo. Si è alzato anche il livello degli attacchi che paiono, secondo le forze dell’ordine, coordinati e ben preparati.
Intanto il Benin ha siglato accordi di cooperazione con il confinante Niger proprio per far fronte all’insicurezza che si sta allargando a tutta l’area e non solo al Sahel.
“Da tempo i paesi della subregione dell’Africa occidentale – ha spiegato il ministro della Difesa del Benin, Fortunet Alain Nouatin – sono scossi da un’ondata di terrorismo che ha colpito inizialmente i paesi del Sahel, ma che inesorabilmente, come già sapevamo, si sarebbe estesa ai paesi del Golfo di Guinea. Il Benin è stato colpito il primo dicembre 2021. Abbiamo capito molto presto che questa battaglia non è la battaglia di un solo paese, ma occorre una comunità di azioni dei paesi scossi dallo stesso fenomeno”.
In questo contesto si inserisce il cambio di strategia della Francia che vuole rendere meno “visibile” l’intervento militare e, in particolare, si affida ad accordi bilaterali con i paesi che richiedono l’appoggio francese nel contrasto al terrorismo.
Parigi vuole invertire completamente il rapporto di partnership: è il partener che decide cosa vuole fare, le capacità di cui ha bisogno e controlla lui stesso le operazioni svolte con il supporto francese. Secondo i vertici militari questo è il modo migliore per continuare ad agire efficacemente al fianco dei partener della regione.
E il presidente francese, Emmanuel Macron, si recherà in visita ufficiale a Cotonou, Benin, proprio alla fine di questo mese. L’ultimo presidente a visitare il Benin è stato Francois Hollande nel 2015. Al centro della visita e dei colloqui di Macron con il suo omologo beninese, Patrice Talon, ci sarà proprio la sicurezza.
(Angelo Ferrari – AGI)
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