Ma il dramma di Gaza non è nato il 7 Ottobre
Il Secolo XIX nazionale, 7 maggio 2021
No, ministro Tajani, il dramma di Gaza non “è cominciato il 7 ottobre” 2022!
No, ministro Tajani, il dramma di Gaza non “è cominciato il 7 ottobre” come da Lei asserito ieri l’altro (16/5) ai giornalisti! Possiamo dire che da quella data si è trasformato in tragedia ma il calvario intollerabile degli abitanti della Striscia, davanti al quale non possiamo dire che non sappiamo, è iniziato ben prima. Le premesse di una possibile occupazione risalgono al 15 agosto 2005 quando furono espulsi, su ordine del presidente israeliano Sharon e contro la loro volontà, i coloni che si erano insediati nel territorio. Da allora era quindi possibile un’invasione via terra.
Nella Striscia vivevano allora 1.240.000 Palestinesi con scarse risorse locali: quelle ricavate dalla pesca lungo i 40 km di costa si ridussero drasticamente quando le autorità limitarono la zona autorizzata dai 27 km iniziali (legislazione sulle acque territoriali) a 9 fino ad un divieto totale. Le terre agricole allora già scarse per la densità di popolazione (4.000 abitanti per km2, una delle più alte del mondo) avevano una produzione ampiamente insufficiente a coprire le necessità locali. Il territorio dipendeva quindi dai contributi internazionali il cui flusso Israele poteva fermare o rallentare a piacere. Lo stesso dicasi per l’erogazione dell’energia elettrica e del combustibile. Prima dell’attentato di Hamas erano autorizzati ad uscire soltanto i lavoratori impiegati nelle attività produttive israeliane o per ragioni umanitarie a discrezione del governo israeliano. Non dimentichiamo anche che il governo Netanyahu ha sostenuto Hamas, trasferendo milioni di dollari a Gaza, da esso governata, a scapito della moderata Autorità palestinese.
Il 20 ottobre 2023 scriveva il cardinale Vesco: “Purtroppo, se questa violenza barbara è priva di scusanti, non è senza causa. Ho sperimentato l’ingiustizia e l’umiliazione che fanno parte della quotidianità dei Palestinesi di Gaza e di altri luoghi nei territori”, esperienza condivisa con tutti gli operatori che potevano ancora operare in Palestina e a Gaza.
Dal 7 ottobre le condizioni sono radicalmente mutate con le operazioni via terra e cielo, le distruzioni sistematiche e le stragi indiscriminate, in contrasto con il diritto internazionale in caso di conflitti, per cui il dramma è diventato la sconvolgente tragedia attuale di cui tuttavia si capiscono le origini soltanto ricordando gli antefatti. Cambiare la narrazione degli eventi per omissione è una ferita alla verità, una verità che, per un alto concetto etico del suo ruolo, ogni uomo di governo dovrebbe essere tenuto a rispettare.
Annie H Colombe
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