Seconda generazione, il valore della differenza
LA VOCE DEL CIRCOLO PERTINI – 30 Aprile 2021
Hanane Ben Attaleb è arrivata alla Spezia, da Alnif, in Marocco, all’età di sei anni. E’ una delle ragazze e dei ragazzi di “seconda generazione”. Dice: “Un proverbio marocchino invita a vivere senza confini, senza sentirsi limitati, ma liberi di esprimere la propria identità”.
“Senza Confini” è il nome dell’associazione di promozione sociale nata nel 2020 da un gruppo di ragazze e ragazzi di “seconda generazione” che -guidati dalla Cooperativa Mondo Aperto, il cui progetto è stato realizzato con il contributo di Fondazione Carispezia- hanno deciso di impegnarsi sui temi della partecipazione sociale e del volontariato per aiutare i minori delle “seconde” e delle “nuove generazioni” a superare situazioni di disagio sociale e culturale.
“Tutto è nato dalla nostra esperienza di mediazione culturale nelle scuole -dice Florentina Stephanidi, Presidente di Mondo Aperto-, avevamo notato che le ’seconde generazioni’, nate in Italia o arrivate in Italia in piccola età, hanno maggiori difficoltà di integrazione rispetto a chi arriva già ‘grande’, perché si sentono senza identità: ‘Chi siamo noi?’. Volevamo trasformare questa mancanza di identità in un potenziale, far vivere la loro differenza in un progetto che la valorizzasse”.
Nel corso delle attività del progetto i ragazzi sono cambiati. Tutti dicono: “Ci sentiamo sia italiani sia del Paese in cui siamo nati… Non è un limite, è un pregio avere una doppia cultura… Le differenze ci completano, danno una marcia in più”. Ha ragione la Stephanidi: “Nelle nostre società le ‘seconde generazioni’ sono un valore aggiunto”.
L’associazione comprende queste nazionalità: Marocco, Albania, Repubblica Dominicana, Romania e Italia. Le attività spaziano in vari campi: educazione, cultura, socialità. L’idea di fondo è quella della valorizzazione dell’educazione tra pari (peer education) e dell’attivazione di un processo naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze al fine di sviluppare consapevolezza, dando la possibilità ai ragazzi di migliorare la propria autostima e le proprie capacità sociali, relazionali e comunicative.
Nel primo anno di vita “Senza Confini” ha ingrandito le sue fila e ha intercettato molti ragazzi italiani: attualmente raduna una cinquantina di ragazzi. Nell’autunno 2020 insieme a Mondo Aperto ha partecipato al progetto “Better safe than sorry” (un progetto di sensibilizzazione di strada sulle misure anti contagio Covid-19) e al progetto “Aurora” (un laboratorio di video bilingui per gli alunni della scuola primaria, che utilizzano il linguaggio delle favole per abbattere le barriere). Ora sta lavorando a un progetto di prevenzione della violenza contro le donne e a un progetto educativo nel quartiere di piazza Brin -la zona spezzina con maggiore presenza di immigrati- che sensibilizzi le associazioni, le comunità, i cittadini ad avere un ruolo educativo verso i bambini. Il lavoro non manca: “Ci chiamano tutti i giorni”, dicono. Sono molto amici tra loro: vuol dire che se c’è la conoscenza dell’altro c’è l’integrazione.
Giorgio Pagano
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