Umoja, il villaggio del Kenya dove le donne sono libere dalla violenza di genere
10 Luglio 2023 – 20:58

Africa, 10 luglio 2023
di Claudia Volonterio
C’è un luogo sicuro in Kenya dove tante donne si sono rifugiate negli anni per proteggersi da ogni forma di violenza di genere, tra cui stupro, mutilazioni genitali femminili, abusi …

Leggi articolo intero »
Home » La Voce del Circolo Pertini

Seconda generazione, il valore della differenza

a cura di in data 30 Aprile 2021 – 22:11Nessun commento

LA VOCE DEL CIRCOLO PERTINI – 30 Aprile 2021

Hanane Ben Attaleb è arrivata alla Spezia, da Alnif, in Marocco, all’età di sei anni. E’ una delle ragazze e dei ragazzi di “seconda generazione”. Dice: “Un proverbio marocchino invita a vivere senza confini, senza sentirsi limitati, ma liberi di esprimere la propria identità”.
“Senza Confini” è il nome dell’associazione di promozione sociale nata nel 2020 da un gruppo di ragazze e ragazzi di “seconda generazione” che -guidati dalla Cooperativa Mondo Aperto, il cui progetto è stato realizzato con il contributo di Fondazione Carispezia- hanno deciso di impegnarsi sui temi della partecipazione sociale e del volontariato per aiutare i minori delle “seconde” e delle “nuove generazioni” a superare situazioni di disagio sociale e culturale.

“Tutto è nato dalla nostra esperienza di mediazione culturale nelle scuole -dice Florentina Stephanidi, Presidente di Mondo Aperto-, avevamo notato che le ’seconde generazioni’, nate in Italia o arrivate in Italia in piccola età, hanno maggiori difficoltà di integrazione rispetto a chi arriva già ‘grande’, perché si sentono senza identità: ‘Chi siamo noi?’. Volevamo trasformare questa mancanza di identità in un potenziale, far vivere la loro differenza in un progetto che la valorizzasse”.

Nel corso delle attività del progetto i ragazzi sono cambiati. Tutti dicono: “Ci sentiamo sia italiani sia del Paese in cui siamo nati… Non è un limite, è un pregio avere una doppia cultura… Le differenze ci completano, danno una marcia in più”. Ha ragione la Stephanidi: “Nelle nostre società le ‘seconde generazioni’ sono un valore aggiunto”.
L’associazione comprende queste nazionalità: Marocco, Albania, Repubblica Dominicana, Romania e Italia. Le attività spaziano in vari campi: educazione, cultura, socialità. L’idea di fondo è quella della valorizzazione dell’educazione tra pari (peer education) e dell’attivazione di un processo naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze al fine di sviluppare consapevolezza, dando la possibilità ai ragazzi di migliorare la propria autostima e le proprie capacità sociali, relazionali e comunicative.

Nel primo anno di vita “Senza Confini” ha ingrandito le sue fila e ha intercettato molti ragazzi italiani: attualmente raduna una cinquantina di ragazzi. Nell’autunno 2020 insieme a Mondo Aperto ha partecipato al progetto “Better safe than sorry” (un progetto di sensibilizzazione di strada sulle misure anti contagio Covid-19) e al progetto “Aurora” (un laboratorio di video bilingui per gli alunni della scuola primaria, che utilizzano il linguaggio delle favole per abbattere le barriere). Ora sta lavorando a un progetto di prevenzione della violenza contro le donne e a un progetto educativo nel quartiere di piazza Brin -la zona spezzina con maggiore presenza di immigrati- che sensibilizzi le associazioni, le comunità, i cittadini ad avere un ruolo educativo verso i bambini. Il lavoro non manca: “Ci chiamano tutti i giorni”, dicono. Sono molto amici tra loro: vuol dire che se c’è la conoscenza dell’altro c’è l’integrazione.

Giorgio Pagano

 530 total views,  1 views today